Venerdì 7 settembre, a San Cipriano d’Aversa, in provincia di Caserta, si è tenuta l’inaugurazione di un centro diurno e residenziale, sorto in un bene confiscato alla criminalità organizzata, destinato a disabili privi di supporto familiare e realizzato nel contesto del progetto “Dopo di Noi. Accoglienza e integrazione per la disabilità”.
Il progetto di recupero e valorizzazione del bene confiscato è stato approvato e finanziato con i fondi europei della regione Campania per l’importo di 950.000 euro che hanno consentito il completamento della struttura che sarà in grado di ospitare fino a 30 persone alle quali potrà essere fornito il necessario supporto educativo e sociosanitario.
Il bene è stato intitolato al poliziotto Nicola Barbato, medaglia d’oro al valore civile, autore di numerosi arresti che, nel 2016, rimase ferito durante un’operazione antiracket, rimanendo costretto da allora su una sedia a rotelle.
All’evento erano presenti numerose Autorità, tra cui il Sottosegretario all’Interno con delega ai beni confiscati, On.le Wanda Ferro, il Direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), Prefetto Maria Rosaria Laganà, il Prefetto di Caserta, Giuseppe Castaldo, i Questori di Caserta e di Napoli, Andrea Grassi e Maurizio Agricola, numerose Autorità locali e i familiari del poliziotto Nicola Barbato a cui è stata intitolata la struttura.
“I beni confiscati” – ha dichiarato il Prefetto Laganà, al suo primo intervento pubblico da Direttore dell’Agenzia– “rappresentano una risorsa per la collettività specie quando c’è la sinergia di tante istituzioni e, grazie al buon uso degli stessi, si possono generare circoli virtuosi di legalità a supporto soprattutto dei cittadini dei territori che hanno subito il fenomeno criminale”.
“L’inaugurazione della comunità alloggio per disabili e centro diurno per utenti affetti da disabilità con laboratori e luoghi di aggregazione rappresenta una doppia vittoria per la comunità: da un lato consente di dare attuazione concreta e tangibile alla legge sul dopo di noi, dall’altro a trasformare un bene confiscato a un esponente del clan dei Casalesi, quindi simbolo di ingiustizia, prevaricazione e violenza, in un simbolo di giustizia e di rinascita, un luogo di inclusione, solidarietà e speranza”, ha detto il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro, che ha rimarcato anche il valore simbolico dell’intitolazione della struttura a Nicola Barbato: “Essere finito sulla sedia a rotelle non ha mai scalfito la sua determinazione e il suo impegno nelle sue battaglie per la legalità e per la giustizia. Vittima della ferocia della camorra, Barbato ha sempre onorato la divisa, rappresentando un grande esempio di amore per la legalità e dedizione verso la propria comunità. Questa intitolazione rappresenta infatti non solo un riconoscimento del sacrificio compiuto in servizio, ma anche dell’impegno civile e sociale che Barbato ha scelto di perseguire nonostante le difficoltà della disabilità: celebriamo la sua resistenza e la determinazione di chi, dalla tragedia personale, ha saputo trarre forza per dare ancora il proprio contributo alla società. Un esempio, una fonte di ispirazione, dunque, anche per tutti coloro che si trovano a convivere con una disabilità, e che devono sapere che anche loro possono vivere una vita piena di significato e di impegno sociale”.