È stata inaugurata questa mattina a Roma la mostra “SalvArti. Dalle confische alle collezioni pubbliche”, allestita presso la Casa Museo Hendrik Christian Andersen.
L’esposizione – curata dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione di beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), dal Ministero della Cultura, dal comune di Milano e dalla città metropolitana di Reggio Calabria nell’ambito del progetto “Arte per la cultura della legalità” – raccoglie 25 opere d’arte contemporanea sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata, ora restituite alla collettività.
Alla cerimonia sono intervenuti i Sottosegretari all’Interno Wanda Ferro e alla Cultura Gianmarco Mazzi, il Direttore dell’Anbsc Maria Rosaria Laganà, il sindaco della città metropolitana di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e l’Assessore alla Cultura del comune di Milano Tommaso Sacchi. La mostra, aperta fino al 21 novembre, costituisce l’anteprima romana di una più ampia esposizione in programma presso il Palazzo Reale di Milano, dal 2 dicembre 2024 al 26 gennaio 2025, e il Palazzo della Cultura di Reggio Calabria, dall’8 febbraio al 27 aprile 2025.
«È stato finalmente restituito al perimetro della legalità, – ha dichiarato il Sottosegretario Ferro – grazie al prezioso lavoro svolto dalla Magistratura e dalle Forze dell’ordine, un patrimonio il cui passato è stato adombrato dall’illecita appartenenza alle organizzazioni criminali. Oggi celebriamo non solo la bellezza di opere d’arte straordinarie, ma intendiamo ribadire che ancora una volta lo Stato è presente e vince nella lotta al crimine organizzato. Impedire alle strutture criminali di disporre di ulteriori fonti di sostegno finanziario significa ostacolare la loro proliferazione nel tessuto economico e sociale, a tutela di una crescita sana della società».
«Ogni bene confiscato – ha aggiunto Ferro – che torna a vivere è un simbolo di riscatto, un esempio concreto di come la legalità abbia trionfato sul crimine organizzato. Il valore di queste opere non investe soltanto la sfera artistica e culturale, ma riguarda la storia che le accomuna, essendo state recuperate attraverso complesse procedure di confisca. Oggi tornano ad essere patrimonio dell’intera comunità».
La mostra
L’obiettivo dell’iniziativa è quello di portare alla luce un patrimonio culturale a lungo sottratto al pubblico, mettendo in rilievo il ruolo e l’impegno delle istituzioni, fra le quali anche il comando Carabinieri-Tutela del Patrimonio culturale e la Guardia di Finanza, nel processo che va dal recupero delle opere sottratte alle mafie, fino alla verifica della loro autenticità e interesse culturale.
Tra queste vi sono alcune opere rappresentative del gruppo ‘Novecento’, della Metafisica, con artisti come Mario Sironi e Carlo Carrà, della Transavanguardia di Sandro Chia e della Nuova scuola Romana. Sono incluse anche esperienze come il New Dada, l’astrattismo geometrico e informale, l’arte murale di Keith Haring e il genere del libro d’artista, fino ad arrivare agli anni 2000, passando per opere di artisti ‘storicizzati’ come Arnaldo Pomodoro e giungendo alle ricerche contemporanee su
temi sociali, come le stampe digitali di Al Malhi o i lavori di Michele Savini, realizzati con materiali inusuali.
Dopo le esposizioni a Milano e a Reggio Calabria alcune opere saranno consegnate alla Pinacoteca di Brera e a Palazzo Citterio, a Milano, altre alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, al Museo delle Civiltà e all’Istituto centrale per la grafica di Roma, altre ancora a Castel Sant’Elmo e al Museo del Novecento di Napoli, e alla Galleria nazionale di Cosenza.
Le opere provenienti da Reggio Calabria, invece, ritorneranno in città nelle collezioni permanenti del Palazzo della Cultura, prima realtà museale dedicata alla restituzione alla collettività di un patrimonio culturale confiscato alla criminalità organizzata, dove sono esposte dal 2016.