440 beni per oltre 38 milioni di euro oggi al tavolo della prefettura di Napoli. ANBSC, demanio, comuni ed enti locali a confronto
Si è svolta questa mattina, presso la sede della Prefettura di Napoli, alla presenza del Prefetto Carmela Pagano, la Conferenza di Servizi per consentire agli enti pubblici partecipanti di esaminare i beni confiscati presenti nei territori della Città Metropolitana di Napoli.
Nel corso dei lavori, sono stati presentati 440 beni per un valore di oltre 38 milioni di euro. Si tratta di appartamenti, box e terreni confiscati in via definitiva dalle autorità giudiziarie competenti e che appartenevano a soggetti pienamente inseriti nella criminalità organizzata.
Fra i beni: 36 immobili a Napoli ubicati nei vicoli dei Quartieri Spagnoli a ridosso di via Toledo e riconducibili a storici gruppi camorristici di spicco, 85 immobili confiscati a un ex amministratore locale e riconducibili ad esponenti del panorama criminale locale, diversi appartamenti confiscati al capo del clan Puca nel Comune di Sant’Antimo e un parco commerciale con annesso fabbricato ad uso uffici nel Comune di Casoria.
Alla fine, le manifestazioni d’interesse sono risultate l’80% dei beni presentati in conferenza (comprensive delle pratiche già perfezionate e di quelle in itinere) per un totale di 350 beni. Nella maggior parte dei casi, le manifestazioni sono state presentate dai comuni. Gli immobili sono prevalentemente liberi e quindi prontamente utilizzabili per le finalità previste dalla legge, in particolare per far fronte a esigenze di emergenza abitativa.
“Le conferenze di servizi promosse dall’ANBSC nel 2018 hanno coinvolto il territorio nazionale dal nord al sud, disegnando una mappa che è una doppia testimonianza – ha dichiarato Franca Guessarian, vicedirettore dell’Agenzia che oggi ha coordinato i lavori in Prefettura. Da una parte riflette un dato oggettivo: la criminalità organizzata ha ormai presenze consolidate su tutto il territorio nazionale. Dall’altra, testimonia l’incessante impegno dello Stato nella lotta contro le mafie. Le conferenze di servizio sono uno degli strumenti, di ben più ampia azione, tesa a colpire le organizzazioni criminali non solo nei loro interessi economici. Garantire infatti nel pieno rispetto delle norme la restituzione dei beni all’uso sociale o istituzionale significa non solo togliere risorse al malaffare, ma anche rilanciare l’economia legale e i servizi ai cittadini: in breve, riaffermare la prevalenza della legge e delle istituzioni rispetto a qualunque azione deviante. Solo oggi tanto per citare fatti – ha proseguito il prefetto – abbiamo raggiunto un punto decisivo nel percorso di legalità che farà rientrare nel circolo virtuoso dell’economia quasi 40 milioni di euro. È il risultato di un lavoro complesso che vede la sinergia e la costante collaborazione di tanti soggetti istituzionali, a cominciare dai sindaci, dai prefetti sul territorio, dai rappresentanti degli enti locali e dalle associazioni. Li ringrazio tutti. Per chiunque lavori in Agenzia è una grande soddisfazione vedere commissariati o scuole o nuove risorse alloggiative dove prima regnava l’illegalità”.
Al termine dei lavori il prefetto di Napoli, Carmela Pagano, commentando le numerose manifestazioni d’interesse per i beni confiscati a Napoli e provincia ha dichiarato “Oggi diamo un messaggio concreto di legalità, un segnale forte per i cittadini da parte dello Stato contro il crimine organizzato”. “Coinvolgiamo i sindaci – ha spiegato Pagano – anche nel loro nuovo ruolo di responsabili della sicurezza urbana, il messaggio deve essere univoco. L’operazione di oggi è tassello di una strategia contro la criminalità organizzata, per questo al tavolo c’erano esponenti della magistratura, delle forze dell’ordine e dei Comuni per operare tutti nella stessa direzione”.
In Campania sono 1.948 i beni immobili destinati dal 1992, dei quali 347 nel 2017. 158 sono invece le aziende destinate nello stesso periodo.
Domani appuntamento a Salerno.