Agenzia

L’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata è stata istituita con decreto-legge 4 febbraio 2010, n. 4, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 31 marzo 2010, n. 50, oggi recepita dal decreto legislativo n.159 del 6 settembre 2011 (Codice Antimafia).
L’Agenzia è un ente con  personalità giuridica di diritto pubblico, dotata di autonomia organizzativa e contabile ed è posta sotto la vigilanza del Ministro dell’interno.
La struttura ha sede principale a Roma e sedi secondarie a Reggio Calabria, Palermo, Milano e Napoli.

Missione istituzionale

Scopo principale dell’Agenzia è quello di provvedere all’amministrazione e alla destinazione dei beni sequestrati e confiscati alle mafie, a seguito di confisca definitiva, nonché coadiuvare l’amministratore giudiziario sotto la direzione dell’Autorità Giudiziaria in fase di sequestro fino alla confisca di primo grado, dopo la quale assume la gestione diretta degli stessi beni.
La creazione dell’Agenzia ha come elemento innovativo l’introduzione di un’amministrazione dinamica dei patrimoni confiscati che snellisca e velocizzi la fase di destinazione degli stessi, superando le carenze e le inefficienze della precedente metodologia di gestione.

Attraverso una stretta collaborazione con l’Autorità Giudiziaria, l’Agenzia fornisce un valido supporto alla programmazione della destinazione dei beni, già durante la fase giudiziaria. Vengono infatti acquisite tutte quelle informazioni potenzialmente utili al procedimento e nel contempo, vengono indicate le attività necessarie al superamento delle criticità che spesso ostacolano o rallentano la restituzione alla collettività dei patrimoni mafiosi, e quindi il loro riutilizzo a fini sociali.
Naturalmente all’attività di amministrazione e destinazione dei beni svolta dall’Agenzia, animata dalla volontà di non vanificare l’impegno di Forze dell’Ordine e dell’ Autorità Giudiziaria, si affianca il costante monitoraggio posto a garanzia dell’effettivo riutilizzo sociale dei patrimoni mafiosi, affinché tale azione non resti limitata ad un mero obbligo amministrativo, ma venga percepito come concreta presenza dello Stato sul territorio.