L’Agenzia Nazionale ad Atlanta per la Conferenza degli Stati aderenti alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la Corruzione (Uncac)

Data:
15 Dicembre 2023

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Questa settimana ad Atlanta, negli Stati Uniti, si è tenuta la decima sessione della Conferenza degli Stati aderenti alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la Corruzione (Uncac) denominata Conference of the States Parties to the United Nations Convention against Corruption – COSP10

L’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), rappresentata dal suo Direttore, il Prefetto Bruno Corda, è stata invitata a prendere parte alla delegazione italiana guidata dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

Alla Conferenza partecipano i più alti rappresentati degli Stati e delle Istituzioni coinvolte nelle azioni legate al contrasto della corruzione, nella consapevolezza che, per il contenimento del fenomeno a livello internazionale, sia necessaria la  cooperazione di tutti.

Quest’anno la Conferenza si è concentrata, in particolare, su questioni chiave come la revisione dell’attuale Convenzione, il recupero dei beni, la prevenzione, l’assistenza tecnica e i seguiti della sessione speciale dell’Assemblea Generale sulle sfide e misure per prevenire e combattere la corruzione e rafforzare la cooperazione internazionale.

Nella giornata del 14 Dicembre il Prefetto Corda ha tenuto il suo intervento mirato ad illustrare il “modello italiano” di riutilizzo sociale dei beni confiscati a tutti gli altri Stati aderenti.

La  relazione ha illustrato l’evoluzione dell’ordinamento giuridico italiano con particolare riguardo alla normativa che prevede la sottrazione dei beni ai criminali e ne consente l’uso sociale ed ha sottolineato come l’Agenzia sia nata proprio dall’esigenza di attribuire ad un’unica organizzazione coesa la gestione, il riutilizzo o la dismissione dei beni.

Ampio spazio è stato dedicato anche alla più recente modifica del codice antimafia che ha permesso l’assegnazione diretta dei beni ad enti del terzo settore, al carattere residuale della vendita, che differenzia attualmente la normativa italiana da quella degli altri Stati, ed è stata offerta la collaborazione dell’Agenzia Nazionale nella forma dell’assistenza tecnica nei riguardi di coloro i quali intendessero intraprendere il cosiddetto “modello italiano”.

L’intervento dell’Agenzia Nazionale, particolarmente apprezzato dai partecipanti all’evento,  ha  ulteriormente rafforzato la convinzione che il riutilizzo sociale dei beni confiscati costituisce uno strumento efficace per assicurare il contrasto alla corruzione e la diffusione del principio di legalità, di grande ispirazione anche per la comunità internazionale.